Fai della Paganella Gennaio 2011
Apro gli occhi e mi guardo intorno: sono in cima a una pista da sci, tutto è bianco, la neve è soffice e compatta e si possono notare ancora le righine che ha lasciato il batti-piste, fa freddo – troppo per i miei gusti!- ma sento un leggero tepore sul viso, non posso fare a meno di alzare lo sguardo e vedere un sole enorme, alto nel cielo, sembra fiero del suo essere. A destra un mare di nubi nasconde le vallate sottostanti e lascia trasparire solo alcune vette. Il cielo è limpido, azzurro, un azzurro impossibile da imitare, un azzurro che starei ad ammirare per ore. Mi è sempre piaciuto l’azzurro, non so perché.. o forse sì.. sì credo che sia perché proprio il colore del cielo, infinito e irraggiungibile.
E poi ritorno in me, quella frazione di secondo in cui mi sono persa nei miei pensieri mi è sembrata un vita, sento qualcuno alle mie spalle che grida “ Si parte!”.
Fai della Paganella. Gennaio 2011. Campo invernale giovanissimi. Abbiamo preso la seggiovia tutti insieme ed è ora di scendere la pista, così inizio anche io. Allora “ ricapitolando: peso verso valle, quando giro devo puntare la bacchetta, quando sono in curva mi devo alzare un po’ col corpo, e soprattutto non devo farmi prendere dal panico se non riesco più a controllare gli sci! Ce la posso fare direi..” così penso, e così faccio. O meglio… provo a fare. Alla quarta curva prendo un cumulo di neve fresca e bum.. uno sci si trova cinque metri prima di me, l’altro mi è rimasto attaccato allo scarpone e la mia faccia è piena di neve. “uffa!” . Non sopporto cadere!
Vado a destra o sinistra? Mangio il dolce o meglio di no? Liceo scientifico o istituto tecnico? Tv o compiti? Carriera o famiglia? Credere in Dio o no? Queste sono alcune delle migliaia di domande che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della nostra vita ci facciamo. Siamo sempre di fronte a delle scelte, piccole o grandi che siano. Non si possono non fare delle scelte, se non prendi una decisione hai scelto di non decidere. Ma scegliere non è sempre facile. Soprattutto quando hai 17 anni e vivi in una società in cui libertà di scelta significa fare quello che ti pare, e il più delle volte quelle che credi tue decisioni in realtà sono le stesse che prendono tutti gli altri, tanti stampini tutti uguali. Ma cosa conta questo? Oggi l’importante è che Io ho scelto.
Cosa riguarda tutto ciò con la mia caduta a sciare? Penso che si cade a sciare come si cade nella vita. E tante volte anche. E alcune cadute sono lievi, altre sono più pericolose e ti puoi fare male. Spesso le cadute sono solo la conseguenza di scelte, quelle sbagliate. Ciò che mi capita più spesso è attribuire le mie cadute a qualcun altro, a qualche situazione, al caso. Questo è Illudersi, meglio vivere una vita serena che “scendere nella tana del bianconiglio” (Matrix)?
La vita è troppo bella per essere ridotta a un’illusione. Se l’uomo avesse una direzione? Se avesse una strada da percorrere? Un obbiettivo da raggiungere? Io sono convinta di ciò, ma per quanto poco ho capito finora di come funzionano le cose, la strada da solo non la trovi, hai bisogno di una mappa, di una guida, di cartelli. Ciò richiede riconoscersi impotenti e saper chiedere aiuto nella consapevolezza del bisogno di regole. Significa accettarsi per quello che si è: deboli. Significa trasformare il proprio Io in un “io che so che da solo non ce la faccio”, significa obbedire. Cicerone insegna: “Legum servi sumus ut liberi esse possimus.” (Siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi).
Il cristiano ha delle regole di vita. “Regole” perché ci direzionino verso la Verità, “di vita” perché prendono ogni campo del nostro essere. E ciò che mi colpisce ogni volta è che la strada è aperta… a tutti. Non importa quante volte cadi, ci sarà sempre Qualcuno ad aiutarti a rialzare. (Giulia)
E poi ritorno in me, quella frazione di secondo in cui mi sono persa nei miei pensieri mi è sembrata un vita, sento qualcuno alle mie spalle che grida “ Si parte!”.
Fai della Paganella. Gennaio 2011. Campo invernale giovanissimi. Abbiamo preso la seggiovia tutti insieme ed è ora di scendere la pista, così inizio anche io. Allora “ ricapitolando: peso verso valle, quando giro devo puntare la bacchetta, quando sono in curva mi devo alzare un po’ col corpo, e soprattutto non devo farmi prendere dal panico se non riesco più a controllare gli sci! Ce la posso fare direi..” così penso, e così faccio. O meglio… provo a fare. Alla quarta curva prendo un cumulo di neve fresca e bum.. uno sci si trova cinque metri prima di me, l’altro mi è rimasto attaccato allo scarpone e la mia faccia è piena di neve. “uffa!” . Non sopporto cadere!
Vado a destra o sinistra? Mangio il dolce o meglio di no? Liceo scientifico o istituto tecnico? Tv o compiti? Carriera o famiglia? Credere in Dio o no? Queste sono alcune delle migliaia di domande che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della nostra vita ci facciamo. Siamo sempre di fronte a delle scelte, piccole o grandi che siano. Non si possono non fare delle scelte, se non prendi una decisione hai scelto di non decidere. Ma scegliere non è sempre facile. Soprattutto quando hai 17 anni e vivi in una società in cui libertà di scelta significa fare quello che ti pare, e il più delle volte quelle che credi tue decisioni in realtà sono le stesse che prendono tutti gli altri, tanti stampini tutti uguali. Ma cosa conta questo? Oggi l’importante è che Io ho scelto.
Cosa riguarda tutto ciò con la mia caduta a sciare? Penso che si cade a sciare come si cade nella vita. E tante volte anche. E alcune cadute sono lievi, altre sono più pericolose e ti puoi fare male. Spesso le cadute sono solo la conseguenza di scelte, quelle sbagliate. Ciò che mi capita più spesso è attribuire le mie cadute a qualcun altro, a qualche situazione, al caso. Questo è Illudersi, meglio vivere una vita serena che “scendere nella tana del bianconiglio” (Matrix)?
La vita è troppo bella per essere ridotta a un’illusione. Se l’uomo avesse una direzione? Se avesse una strada da percorrere? Un obbiettivo da raggiungere? Io sono convinta di ciò, ma per quanto poco ho capito finora di come funzionano le cose, la strada da solo non la trovi, hai bisogno di una mappa, di una guida, di cartelli. Ciò richiede riconoscersi impotenti e saper chiedere aiuto nella consapevolezza del bisogno di regole. Significa accettarsi per quello che si è: deboli. Significa trasformare il proprio Io in un “io che so che da solo non ce la faccio”, significa obbedire. Cicerone insegna: “Legum servi sumus ut liberi esse possimus.” (Siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi).
Il cristiano ha delle regole di vita. “Regole” perché ci direzionino verso la Verità, “di vita” perché prendono ogni campo del nostro essere. E ciò che mi colpisce ogni volta è che la strada è aperta… a tutti. Non importa quante volte cadi, ci sarà sempre Qualcuno ad aiutarti a rialzare. (Giulia)